Sul nostro albero, nel giardino della scuola, abbiamo trovato una pergamena con una poesia:
"Dalla terra nasce l'acqua, dall'acqua nasce l'anima...
E' fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant'altro...
è dolce, salata, salmastra,
è luogo presso cui ci si ferma e su cui si viaggia
è piacere e paura, nemica ed amica
è confine ed infinito
è cambiamento e immutabilità
ricordo ed oblio"
Arrivati a Monte Gennaro Francesca ci spiega che l'acqua sarà la nostra compagna di viaggio e ci chiede di guardarci intorno e di osservare dove l'acqua si trova: saremo dei cercatori d'acqua!
In alcuni punti la vediamo e la possiamo anche toccare, in altri la possiamo solo immaginare:
- impronte nel fango (senza l'acqua la terra sarebbe secca e nessuno lascerebbe trace),
- goccioline sulle foglie,
- frutti (nespole, dentro hanno il succo che è fatto con tanta acqua),
- umidità nell'aria,
- vapore che esce dalla nostra bocca ("perchè la gola è calda e fuori è freddo e dentro la bocca abbiamo la saliva"),
- muschio,
- nuvole ("sono come spugne che quando sono piene d'acqua un po' la buttano")
- un bruco ("lascia tracce umide sulla mia mano")
- abbazia ("dentro ci saranno dei rubinetti e poi c'è l'acqua benedetta")
- case ("i rubinetti, la doccia, ... ")
- cimitero (l'acqua per i fiori),
- "vedo un panorama bagnato",
- "c'è una coccinella morta, è bagnata e allora lascia il colore arancione sulla mano"
- invaso o macero: è una raccolta artificiale d'acqua piovana,
Francesca ci ha chiesto di spiegare semplicemente qual è il ciclo dell'acqua:
"è come un cerchio, una gocciolina d'acqua cade dalle nuvole e arriva nel fiume che la porta al mare e poi la gocciolina torna su nelle nuvole",
Salendo l'ultimo tratto del Monte Gennaro Francesca ci chiede di raccogliere delle foglie che sono in terra.
Le guardiamo e ne osserviamo la forma: quella dell'acero ha 5 punte ed è palmata, quella della quercia si chiama lobata.
Osserviamo anche i colori: sono rosse, gialle, marroni, grige, verdine.
Le tocchiamo e le sentiamo ruvide.
Francesca ci spiega che le foglie in autunno si seccano, cioè perdono l'acqua che contengono, e cadono perchè le radici fanno sempre più fatica a causa del freddo a prendere l'acqua dal terreno.
Vediamo anche due cedri che sono piante sempre verdi: non hanno le foglie come la quercia ma hanno tanti aghi che sono molto resistenti e che perdono pochissima acqua, per questo non cadono tutti in inverno.
Sotto al cedro troviamo un'altra poesia e pensiamo che i nostri amici "alberi cantastorie" quest'estate sono diventati dei poeti!
C'era una volta l'acqua
e anche oggi c'è,
antica e sempre nuova,
di pioggia o di corrente,
di neve, ghiaccio, goccia,
di cascata o di torrente...
All'acqua io domando:
" Ci sarai anche domani?
Per bere, per nuotare,
navigare, per lavarmi
faccia e mani...!
Ci salutiamo con questa domanda: "L'acqua potrebbe finire? Ci sarà anche domani?"
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