lunedì 4 dicembre 2023

LABORATORIO "STORIE SCONVOLTE"

 OGGI ABBIAMO PARTECIPATO AD UN LABORATORIO MOLTO DIVERTENTE.

PRIMA ABBIAMO ASCOLTATO TANTE FILASTROCCHE DI GIANNI RODARI:

Il punto interrogativo di Gianni Rodari

C’era una volta il punto
interrogativo,
un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.

Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.

Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.


IL CALAMAIO

Che belle parole
se si potesse scrivere
con un raggio di sole.

Che parole d’argento
se si potesse scrivere
con un filo di vento.

Ma in fondo al calamaio
c’è un tesoro nascosto
e chi lo pesca
scriverà parole d’oro
col più nero inchiostro.


 La luna al guinzaglio 

Con te la luna è buona,
mia savia bambina:
se cammini, cammina
e se ti fermi tu
si ferma anche la luna
ubbidiente lassù.

È un piccolo cane bianco
che tu tieni al guinzaglio,
è un docile palloncino
che tieni per il filo:
andando a dormire
lo leghi al cuscino,
la luna tutta notte
sta appesa sul tuo lettino.


Stelle senza nome

I nomi delle stelle sono belli:
Sirio, Andromeda, l'Orsa, i due Gemelli.
Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?
Son più di cento volte centomila.
E in fondo al cielo, non so dove e come,
c'è un milione di stelle senza nome:
stelle comuni, nessuno le cura,
ma per loro la notte è meno scura.


La stazione spaziale

Nella stazione spaziale
c’è un traffico infernale.
Astronavi che vengono,
astronavi che vanno,
astronavi di prima classe
per quelli che non pagano le tasse.
L’altoparlante
non tace un istante:
«E’ in partenza dal primo binario
Il rapido interplanetario.
Prima fermata Saturno».
«L’astroletto da Giove
viaggia con un ritardo
di minuti trentanove».
La gente protesta:
- Che storia è questa qua?
Mai un po’ di puntualità.
- Devo essere a Plutone
prima di desinare!
- Io perdo un grosso affare:
mi sentiranno quelli
dell’amministrazione….
In un angolo della stazione
due timidi sposini
in viaggio di nozze:
vanno su certi pianetini
di un’altra nebulosa
dove hanno una zia
che si chiama Ponti Rosa
e fa la portinaia
in un osservatorio d’astronomia.

E questo è un venditore
di frigoriferi a rate:
dice che su Nettuno
non c’è ancora stato nessuno
del suo ramo,
farà quattrini a palate.

Questa signorina,
maestra di ricamo,
va su Venere per un corso
di perfezionamento,
ma il suo fidanzato
non è troppo contento,
lui sta a Milano,
e fa l’impiegato,
ha paura che sposi un Venusiano.


Gli esquimesi 

Strana gente, gli esquimesi:
sono di ghiaccio i loro paesi;
di ghiaccio piazze, strade e stradette,
sono di ghiaccio le casette;

il soffitto e il pavimento
sono di ghiaccio, non di cemento.
Perfino il letto è di buon ghiaccio,
tagliato e squadrato col coltellaccio.

Ed è di ghiaccio, almeno pare,
anche la pietra focolare.
Di non-ghiaccio c’è una cosa,
la più segreta, la più preziosa:
il cuore degli uomini che basta da solo
a scaldare perfino il Polo.


Il cappotto 

O caso proprio strano
ma da giocarci a lotto:
ho visto per la strada
camminare un cappotto.

Senza piedi, senza mani
se ne andava via di là
un piccolino
nella giacca del papà.


GIROTONDO DI TUTTO IL MONDO

Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa,
per quelli che stanno di qua e di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani.


Lo Spazzacamino

Quando è bianco lo spazzacamino?

Un poco alla festa, un poco al mattino.

Tutto il giorno se ne va
per paesi e per città,

in casa dei ricchi e dei poveretti,
su per le cappe e per i tetti

con le mani e con i ginocchi:
di bianco gli resta il bianco degli occhi.


Il vigile urbano
Chi è più forte del vigile urbano? 
Ferma i tram con una mano.

Con un dito, calmo e sereno, 
tiene indietro un autotreno:

cento motori scalpitanti 
li mette a cuccia alzando i guanti.

Sempre in croce in mezzo al baccano:
chi è più paziente del vigile urbano?


Il Pane 

S'io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.

Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.

Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall'India e dal Chile
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.

Sarà una data
da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.


Il pittore

Una volta c’era un pittore
povero in canna:
non aveva nemmeno un colore,
e per fare i pennelli
si era strappati i capelli.

Andò dal padrone del Blu
e gli disse: "Per favore, dammi tu
un po’ di colore
per dipingere un cielo.
Ma mica tanto, soffio, un velo”.

“Vattene, vattene, fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!”

Andò dal padrone del Giallo
e gli disse (così):
“Prestami qualche avanzo
di colore, un ritaglio,

(abbastanza) per fare un girasole”.
Ma quello lo aggredì
con un torrente di male parole:
(” Pezzente, delinquente,
la finisci di seccare la gente!”)

"Vattene, vattene   , fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!"

Andò dal padrone del Verde,
andò dal padrone del Bruno,
ma non gli dava retta nessuno.
Infine pensò:
“Il Rosso ce l’ho!”
Detto fatto
un dito si tagliò.

E il Rosso gocciò sulla tela:
era una lagrima appena,
una perla di sangue,
ma tinse in un istante,
la tela intiera,
rossa come un falò di primavera,
rossa come una bandiera,
come un milione di rose.

E il povero pittore
adesso che aveva un colore
si sentì ricco più ricco
ricco più di un imperatore.
Più di un imperatore

Rossa come un falò di primavera
rossa come una bandiera
come un milione di rose
come un milione di rose



Le belle fate

dove saranno andate?
Non se ne sente più parlare.
Io dico che sono scappate:
si nascondono in fondo al mare,
oppure sono in viaggio per la luna
in cerca di fortuna.
Ma che cosa potevano fare?
Erano disoccupate!
Nessuno le voleva ascoltare.
Tutto il giorno se ne stavano imbronciate
nel castello diroccato ad aspettare
che qualcuno le mandasse a chiamare.

Girava il mondo per loro
in cerca di lavoro
una streghina piccina picciò,
col naso a becco,
magra come uno stecco,
che tremava di freddo perché
era senza paltò.


ECCO LA NOSTRA STORIA:
C'ERA UNA VOLTA, IN UNA NOTTE FONDA E BUIA DI LUNA MEZZA, UN ASTRONAUTA CHE GUIDAVA IL SUO RAZZO SPAZIALE VERSO LE STELLE SENZA NOME.
UNA STELLA DI QUESTE BRILLAVA PIU' DELLE ALTRE.
AD UN CERTO PUNTO UNA MACCHINA VOLANTE, INFASTIDITA DAL BAGLIORE, CON SPADE GIGANTI A REATTORI  TAGLLIO'A META' LA STELLA.
DA QUESTO TAGLIO FUORIUSCI' UNA STELLINA PICCOLA PICCOLA E LUMINOSA CHE INIZIO' UN VIAGGIO INTERSPAZIALE VERSO IL PIANETA TERRA.
BUCO' L'ATMOSFERA E,  PIAN PIANINO, APPOGGIO' LE SUE PUNTE SULLA TERRA.
UNA BAMBINA, INCURIOSITA, VIDE LA STELLINA  BRILLARE, LE SI AVVICINO' E CON MOLTA CURA LA RACCOLSE E LA PORTO' NELLA SUA CAMERETTA PER CUSTODIRLA MA MENTRE LA SOLLEVAVA VIDE CHE LA STELLINA SI MUOVEVA.
QUELLA MATTINA UNO SPAZZACAMINO SI TROVAVA PROPRIO A PULIRE IL COMIGNOLO DELLA CASA DELLA BAMBINA. VIDE LA STELLINA LUMINOSA MUOVERSI E SI SPAVENTO' MOLTO, TANTO CHE COMINCIO' AD URLARE E A CHIEDERE AIUTO.
ARRIVO' UN VIGILE URBANO, SPALANCO' LA PORTA E CERCO' DI CAPIRE COSA STESSE SUCCEDENDO QUANDO VIDE LA STELLA. CON UN COLPO DI MAZZA LA COLPI' E LA SPACCO' MA DA QUELLA FRATTURA SPUNTO' UNA NUOVA STELLINA, ANCORA PIU' RESISTENTE.
UN MAGO, CHE AVEVA SENTITO CHE QUESTA STELLINA ERA IN PERICOLO, CON I SUOI POTERI MAGICI ENTRO' NELLA CASA E RICOMPOSE LE ALTRE STELLE CHE SI ERANO SPACCATE.
CON UNA MAGIA IL MAGO LE RIPORTO' NELLA GALASSIA.
LA BAMBINA, CHE SAPEVA DELL'ESISTENZA DI UN TRENO SPAZIALE, DECISE DI PRENDERLO E PARTIRE PER ANDARE ALLA RICERCA DELLA SUA STELLINA.
IL SUO BABBO PERO' GLIELO IMPEDI', TELEFONO' A UNA STREGA PER NON FARLA PARTIRE MA, INVECE, LA STREGA DECISE DI AIUTARE LA BAMBINA A PARTIRE E LE DONO' UN PANE MAGICO PER AIUTARLA NEL SUO VIAGGIO.
LA PRIMA FERMATA DEL TRENO INTERSPAZIALE ERA AL POLO NORD. APPENA PRIMA DI ARRIVARE IL PANE MAGICO PRESE LA FORMA DI UN ELEFANTE. LA BAMBINA SCESE CON QUESTO PANE DAL TRENO E GLI ESCHIMESI, MOLTO AFFAMATI, APPENA VIDERO IL PANE NON CI PENSARONO DUE VOLTE E SE LO PORTARONO NELL'IGLOO PER DIVORARLO.
ALL'INTERNO DELL'IGLOO VI ERA UN PITTORE MOLTO BRAVO A DIPINGERE E LA BAMBINA GLI SI AVVICINO' E GLI CHIESE SE POTEVA DISEGNARGLI LA STELLA PER AVERE UN SUO RICORDO GLI CHIESE ANCHE DI DISEGNARE LA CARTA INTERPLANETARIA PER RAGGIUNGERE E RITROVARE LA STELLA.
IL PITTORE, CHE ERA MOLTO GENTILE, ANDO' DAI SUOI AMICI CHE AVEVANO RUBATO IL PANE ALLA BAMBINA E GLIELO FECE RICONSEGNARE.
NELL'IGLOO ERA MOLTO FREDDO E IL PITTORE PRIMA DI METTERSI ALL'OPERA, INDOSSO' IL SUO ANTICHISSIMO CAPPOTTO, FATTO CON PELLE DI RENNA E PELLICCIA DI ORSO.
UN CAPO MILITARE, VENENDO A CONOSCENZA DELLE INTENZIONI DELLA BAMBINA LE VIETO'  DI PRENDERE LE STELLE. LE PRESE LUI E LE CHIUSE IN CASSAFORTE E POSIZIONO' DEI RAGGI LASER PER PROTEGGERLE.
"PERCHE' LE HAI RINCHIUSE, COME POTRO' MAI FARE PER TIRARLE FUORI?" CHIESE LA BAMBINA.
LE FATE, CHE NON SI VEDEVANO DA TANTO TEMPO SULLA TERRA, SENTIRONO LA NECESSITA' DI TORNARE PER POTER LIBERARE LE STELLE E AIUTARE LA BAMBINA.
LE FATE LIBERARONO LE STELLE DALLA CASSAFORTE E LE RIPORTARONO NEL CIELO.
INFINE DONARONO UN CALAMAIO ALLA BAMBINA CHE COSI' POTRA' SCRIVERE QUESTA STORIA CHE ASPETTA ANCORA UN FINALE...









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