OGGI ABBIAMO PARTECIPATO AD UN LABORATORIO MOLTO DIVERTENTE.
PRIMA ABBIAMO ASCOLTATO TANTE FILASTROCCHE DI GIANNI RODARI:
Il punto interrogativo di Gianni Rodari
C’era una volta il punto
interrogativo,
un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.
Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.
Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.
IL CALAMAIO
Che belle parole
se si potesse scrivere
con un raggio di sole.
Che parole d’argento
se si potesse scrivere
con un filo di vento.
Ma in fondo al calamaio
c’è un tesoro nascosto
e chi lo pesca
scriverà parole d’oro
col più nero inchiostro.
La luna al guinzaglio
Con te la luna è buona,
mia savia bambina:
se cammini, cammina
e se ti fermi tu
si ferma anche la luna
ubbidiente lassù.
È un piccolo cane bianco
che tu tieni al guinzaglio,
è un docile palloncino
che tieni per il filo:
andando a dormire
lo leghi al cuscino,
la luna tutta notte
sta appesa sul tuo lettino.
Stelle senza nome
I nomi delle stelle sono belli:
Sirio, Andromeda, l'Orsa, i due Gemelli.
Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?
Son più di cento volte centomila.
E in fondo al cielo, non so dove e come,
c'è un milione di stelle senza nome:
stelle comuni, nessuno le cura,
ma per loro la notte è meno scura.
La stazione spaziale
Nella stazione spaziale
c’è un traffico infernale.
Astronavi che vengono,
astronavi che vanno,
astronavi di prima classe
per quelli che non pagano le tasse.
L’altoparlante
non tace un istante:
«E’ in partenza dal primo binario
Il rapido interplanetario.
Prima fermata Saturno».
«L’astroletto da Giove
viaggia con un ritardo
di minuti trentanove».
La gente protesta:
- Che storia è questa qua?
Mai un po’ di puntualità.
- Devo essere a Plutone
prima di desinare!
- Io perdo un grosso affare:
mi sentiranno quelli
dell’amministrazione….
In un angolo della stazione
due timidi sposini
in viaggio di nozze:
vanno su certi pianetini
di un’altra nebulosa
dove hanno una zia
che si chiama Ponti Rosa
e fa la portinaia
in un osservatorio d’astronomia.
E questo è un venditore
di frigoriferi a rate:
dice che su Nettuno
non c’è ancora stato nessuno
del suo ramo,
farà quattrini a palate.
Questa signorina,
maestra di ricamo,
va su Venere per un corso
di perfezionamento,
ma il suo fidanzato
non è troppo contento,
lui sta a Milano,
e fa l’impiegato,
ha paura che sposi un Venusiano.
Gli esquimesi
Strana gente, gli esquimesi:
sono di ghiaccio i loro paesi;
di ghiaccio piazze, strade e stradette,
sono di ghiaccio le casette;
il soffitto e il pavimento
sono di ghiaccio, non di cemento.
Perfino il letto è di buon ghiaccio,
tagliato e squadrato col coltellaccio.
Ed è di ghiaccio, almeno pare,
anche la pietra focolare.
Di non-ghiaccio c’è una cosa,
la più segreta, la più preziosa:
il cuore degli uomini che basta da solo
a scaldare perfino il Polo.
Il cappotto
O caso proprio strano
ma da giocarci a lotto:
ho visto per la strada
camminare un cappotto.
Senza piedi, senza mani
se ne andava via di là
un piccolino
nella giacca del papà.
GIROTONDO DI TUTTO IL MONDO
Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa,
per quelli che stanno di qua e di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani.
Lo Spazzacamino
Quando è bianco lo spazzacamino?
Un poco alla festa, un poco al mattino.
Tutto il giorno se ne va
per paesi e per città,
in casa dei ricchi e dei poveretti,
su per le cappe e per i tetti
con le mani e con i ginocchi:
di bianco gli resta il bianco degli occhi.
Il vigile urbano | |
Chi è più forte del vigile urbano? Ferma i tram con una mano. Con un dito, calmo e sereno, cento motori scalpitanti Sempre in croce in mezzo al baccano: |
Il Pane
S'io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.
Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall'India e dal Chile
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data
da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.
Il pittore
Una volta c’era un pittore
povero in canna:
non aveva nemmeno un colore,
e per fare i pennelli
si era strappati i capelli.
Andò dal padrone del Blu
e gli disse: "Per favore, dammi tu
un po’ di colore
per dipingere un cielo.
Ma mica tanto, soffio, un velo”.
“Vattene, vattene, fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!”
Andò dal padrone del Giallo
e gli disse (così):
“Prestami qualche avanzo
di colore, un ritaglio,
(abbastanza) per fare un girasole”.
Ma quello lo aggredì
con un torrente di male parole:
(” Pezzente, delinquente,
la finisci di seccare la gente!”)
"Vattene, vattene , fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!"
Andò dal padrone del Verde,
andò dal padrone del Bruno,
ma non gli dava retta nessuno.
Infine pensò:
“Il Rosso ce l’ho!”
Detto fatto
un dito si tagliò.
E il Rosso gocciò sulla tela:
era una lagrima appena,
una perla di sangue,
ma tinse in un istante,
la tela intiera,
rossa come un falò di primavera,
rossa come una bandiera,
come un milione di rose.
E il povero pittore
adesso che aveva un colore
si sentì ricco più ricco
ricco più di un imperatore.
Più di un imperatore
Rossa come un falò di primavera
rossa come una bandiera
come un milione di rose
come un milione di rose
Le belle fate
dove saranno andate?
Non se ne sente più parlare.
Io dico che sono scappate:
si nascondono in fondo al mare,
oppure sono in viaggio per la luna
in cerca di fortuna.
Ma che cosa potevano fare?
Erano disoccupate!
Nessuno le voleva ascoltare.
Tutto il giorno se ne stavano imbronciate
nel castello diroccato ad aspettare
che qualcuno le mandasse a chiamare.
Girava il mondo per loro
in cerca di lavoro
una streghina piccina picciò,
col naso a becco,
magra come uno stecco,
che tremava di freddo perché
era senza paltò.
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