DURANTE L'USCITA DI EDUCAZIONE AMBIENTALE ABBIAMO RACCOLTO DELLA TERRA IN BUSTINE DI PLASTICA. LE ABBIAMO PORTATE A SCUOLA E L'ABBIAMO MESSA IN UN BARATTOLO CON ACQUA.

DURANTE L'USCITA DI EDUCAZIONE AMBIENTALE ABBIAMO RACCOLTO DELLA TERRA IN BUSTINE DI PLASTICA. LE ABBIAMO PORTATE A SCUOLA E L'ABBIAMO MESSA IN UN BARATTOLO CON ACQUA.
OSSERVIAMO QUESTA FOTO:
- CI SONO DUE PERSONE CHE COMBATTONO
- E' UNA STATUA
- IO VEDO UNA PERSONA CON IL CANNOCCHIALE
- E' UNA GUERRA
- QUELLO CHE COMBATTE E' UN CAVALIERE
- INDOSSA DELLE BENDE
- NO, INDOSSA UN'ARMATURA, E' UN CAVALIERE
- SEMBRA UNA BATTAGLIA PER CONQUISTARE QUALCOSA, SONO RIMASTI SOLO LORO DUE E LOTTANO
- SEMBRA CHE STANNO SU UNA MONTAGNA
- SEMBRA UNA FEMMINA PERCHE'HA I CAPELLI LUNGHI
- MA ANCHE I MASCHI LI HANNO
- A QUEL TEMPO ANCHE I MASCHI AVEVANO I CAPELLI LUNGHI
- SECONDO ME QUELLO SOTTO E' UNO CHE E' STATO RICONOSCIUTO COME UNO CHE FA COSE BRUTTE TIPO RUBARE AD ALTRI , IL CAVALIERE LO PRENDE E LO ARRESTERANNO
- PER ME QUELLO SOTTO HA ANCHE LUI L'ARMATURA
- QUELLO SOPRA MI SEMBRA UN PRINCIPE O UN RE
- QUELLO SOTTO E' MOLTO PICCOLO
- POTREBBE ESSERE UN SALVATAGGIO, NON UN COMBATTIMENTO
SCOPRIAMO QUALCOSA IN PIU' SU QUESTA, CHE SI TROVA IN CENTRO A BOLZANO, LEGGENDO LA LEGGENDA DI RE LAURINO E LE ROSE:
Re Laurino e le rose
(La leggenda dell’Enrosadira)
ladino
1 LE ROSE DELLA MONTAGNA
Secondo la leggenda, sul Catinaccio, nella zona oggi conosciuta come Gartl ("piccolo giardino") un tempo sorgeva il giardino di rose di Re Laurino, da cui deriva il nome tedesco della montagna: Rosengarten.
2 I TESORI DEL RE DEGLI GNOMI
Laurino era il monarca di un popolo di gnomi che estraeva cristalli, oro e argento dalle rocce delle montagne. Egli possedeva grandi poteri magici e tra i suoi tesori vi erano due oggetti: una cintura fatata che gli conferiva la forza pari a quella di dodici uomini e un mantello che lo rendeva invisibile.
3 IL GIARDINO DI ROSE
Il giardino di rose davanti al castello di Laurino era vastissimo e arrivava fino all’Alpe di Siusi. Era contornato da un filo d'oro e le sue tantissime rose rosse emanavano un profumo intenso che rallegrava anche gli abitanti della valle.
Il roseto era così splendente che faceva risplendere il castello e le montagne circostanti di una luce rosseggiante.
4 IL TORNEO PER UN NOBILE SPOSO
Un giorno, il Re dell'Adige padre della bellissima figlia Similde, decise di concederla in sposa e per questo invitò tutti i nobili delle vicinanze a un torneo cavalleresco.
5 L’OSPITE INVISIBILE
Re Laurino non fu invitato perché era il re degli gnomi, ma decise comunque di partecipare come ospite invisibile.
6 LA CATTURA DI SIMILDE
Quando vide la bellissima Similde sul campo del torneo, se ne innamorò all'istante. Con l'aiuto del mantello magico la caricò sul suo cavallo e la portò nel suo castello.
7 ALLA RICERCA DI LAURINO
Tutti i nobili invitati si lanciarono all'inseguimento del fuggitivo.
Per liberare la principessa, fu chiesto aiuto a Teodorico da Verona, re dei Goti.
8 TANA PER LAURINO!
Teodorico, vedendo da lontano il bagliore delle rose che rendeva luminose le montagne, seppe subito dove cercare.
9 LA STRATEGIA DI LAURINO
Re Laurino indossò la cintura che gli dava la forza di dodici uomini e decise di combattere. Rendendosi conto di non poter sconfiggere tutti quegli uomini e stando per soccombere, indossò il mantello e si e si mise a saltellare per il giardino, convinto di non essere visto.
10 IL TRADIMENTO DELLE ROSE
Tuttavia, i cavalieri riuscirono a individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali cercava di nascondersi.
11 LA SCONFITTA DI LAURINO
Con una dura battaglia, Teodorico costrinse Laurino ad arrendersi.
Lo catturarono gli tagliarono la cintura magica e lo fecero prigioniero.
12 LA MALEDIZIONE ALLA MONTAGNA
Re Laurino, adirato per ciò che gli stava accadendo, si girò verso il Catinaccio che pensava lo avesse tradito per il bagliore delle rose, e lanciò una maledizione.
Con una formula magica, fece pietrificare l'intero giardino :Disse: “né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti".
13 LA FORMULA SBAGLIATA
Ma nell'enfasi della rabbia, o perché non ci aveva pensato, Laurino dimenticò l'alba e il tramonto.
14 L’ALBA E IL TRAMONTO SPLENDENTI
E così, da allora, accade che il Catinaccio, sia al tramonto che all'alba (“né di giorno né di notte”) si colori di un rosso intenso assumendo esattamente l'aspetto di un giardino di ineguagliabile bellezza e ricordando il roseto di Re Laurino.